Roma e Milano

Roma e Milano sono ovviamente molto diverse, ma dal nostro punto di vista hanno avuto una cosa in comune: la scarsa conoscenza in merito a quel che accadeva a Roma e a Milano dal punto di vista criminale. Sulla scarsa conoscenza sono cresciute riserve, incertezze, resistenze.

L’indagine Mafia capitale ha rivelato punti assolutamente oscuri, tanto oscuri che il sindaco Marino si è difeso citando il Prefetto e dicendo: ma se non sapeva niente il Prefetto, che aveva a disposizione tutte le forze dello Stato, come potevo sapere io? Giovanni Fiandaca, coautore del volume La mafia non ha vinto, ha detto a proposito dell’inchiesta condotta dalla procura di Roma: «La formulazione del reato di associazione mafiosa consente di applicarlo a fenomeni di criminalità organizzata che si manifestano al di fuori dei confini geografici delle mafie tradizionali. La formulazione del 416 bis di per sé è tale da essere applicata a gruppi criminali non classici … parliamo di criminalità di tipo mafioso, un paradigma generale e astratto capace di abbracciare i fenomeni i più svariati. Quando usiamo questo concetto non intendiamo Cosa nostra, la ‘ndrangheta, la camorra. Cioè non guardiamo questi fenomeni nella loro specificità storica. Facciamo riferimento a un paradigma criminale di tipo generale. … Voglio dire che la criminalità di tipo mafioso non è solo la mafia siciliana. Oggi la fattispecie di reato è applicabile a realtà diverse e storicamente inedite. … Penso che in futuro si potrebbe modificare l’articolo 416 bis, rendendolo più moderno. …  il nostro ceto politico non è assolutamente in grado di proporre una modifica senza far esplodere polemiche di tutti i tipi».  Non si tratta soltanto di un’impostazione condivisa da magistrati e studiosi. Dopo tante analisi e denunce circostanziate del Centro Studi Confindustria, gli imprenditori hanno annunciato di volersi costituire parte civile nel processo su Mafia capitale. Ovviamente, nessuno pensa che un singolo processo potrà chiarire i mille altri punti oscuri che accompagnano la storia criminale romana (sulla quale sono stati svolti innumerevoli processi, indagini, investigazioni – e ancora moltissimi altri sono in corso, da decenni, come sul caso Moro o sul caso Emanuela Orlandi).

La vicenda della scarsa conoscenza a Milano è ancora più singolare: per tanti anni, autorità dello Stato e autorità della politica, associazioni imprenditoriali e professionali hanno detto e ripetuto che “a Milano la mafia non esiste”. Invece, Nando dalla Chiesa da anni sottolinea che esistono fatti precisi a dimostrazione di intrecci, radicamento, complicità, che non sono difficili da ritenere verosimili, se si tiene a mente la storia precedente, a cominciare dalla finanza di Sindona e Calvi, dalla stagione dei sequestri di persona, dagli inizi milanesi del narcotraffico e del riciclaggio. A Milano e in Lombardia tante organizzazioni criminali sono presenti e attive da oltre mezzo secolo: “i pionieri della ‘ndrangheta e di Cosa nostra arrivarono negli anni Cinquanta; seguirono gli uomini della camorra e della Sacra corona unita. Da allora ne hanno fatta di strada. … una storia di successo, di arricchimento, di emancipazione”. Questa storia di successo delinquenziale, secondo Nando dalla Chiesa, si è realizzata anche grazie a “un misto di inadeguatezza, di opportunismo, di cattiva coscienza, di complicità, che si presenta in combinazioni variabili da caso a caso”.  Le sue conclusioni sono sostenute da tante analisi dettagliate e pluriennali, dall’analisi della letteratura antimafia sino all’analisi di casi specifici, come Buccinasco, definito come la Platí del Nord.

Nel suo ultimo volume Nando dalla Chiesa sostiene che “La mafia non è misteriosa né invincibile. Negli ultimi trent’anni molto è stato fatto per conoscerla e combatterla meglio, ma ancora esiste una barriera di luoghi comuni che la protegge. Troppi (e decisivi) sono i pregiudizi interessati sulla geografia e sull’identità del fenomeno mafioso, troppe (e decisive) le banalità sulle sue trasformazioni culturali o sui suoi modi di penetrazione nella vita economica e sociale del Paese. Comprendere che la vera forza della mafia sta fuori della mafia, nelle alleanze e nei servigi che le giungono da una variegata e multiforme zona grigia così come nelle mille forme di pigrizia o sciatteria culturale, vuol dire anche ripensare radicalmente i modi di contrastarla. Vuol dire riconoscere che il problema non è solo di forze dell’ordine e magistratura”.

In conclusione, sul caso italiano esistono almeno tre schieramenti, non due: non esistono soltanto lo Stato e l’anti-Stato, c’è anche un’area intermedia, spesso definita terzista, che è molto ampia nel mondo dell’informazione e maggioritaria nel Paese http://www.ilfoglio.it/articoli/v/124327/rubriche/elogio-di-angelo-panebianco-raro-caso-di-editorialista-libero.htm e che innanzitutto vorrebbe un sistema politico diverso http://www.corriere.it/editoriali/12_aprile_02/panebianco-partitocrazia-zenza-partiti_9cec8350-7c84-11e1-b9fa-a64885bf1529.shtml

Sinteticamente, dal punto di vista della litigation communication alcuni temi rilevanti:

1) sindaci, prefetti, forse dell’ordine, magistrati si confrontano con tanta incertezza e  oscurità. Allo stesso modo brancola nell’incertezza ed è terzista un’area ampia e maggioritaria del Paese.

2) manca una narrazione dell’Italia che sia adeguatamente convincente per la maggioranza del Paese.

3) in particolare, non è stata adeguatamente convincente la narrazione di quanto hanno fatto finora magistratura e forze dell’ordine.

SU ROMA:

http://www.online-news.it/2016/03/12/lallarme-di-gabrielli-con-le-nuove-poverta-roma-sta-esplodendo/#.VuWgBpzhChc

http://www.repubblica.it/cronaca/2016/03/10/news/il_dossier_da_nord_a_sud_sono_gia_diverse_le_inchieste_sui_contenziosi_in_materia_di_tasse_quelle_che_secondo_di_pietro_-135143430/?ref=drl

http://www.corriere.it/opinioni/16_marzo_01/declino-roma-napoli-citta-partiti-pezzi-0f407ea6-df1a-11e5-8660-2dd950039afc.shtml

http://www.ildubbio.news/stories/giustizia/27395_cos_abbiamo_organizzato_lo_show_di_mafia-capitale/  (tra parentesi, il 20 aprile 2016, su Repubblica, Attilio Bolzoni ha smentito che nell’aula si sia parlato di quanto riferito nell’articolo!).

SU MILANO, IMPOSSIBILE NON RICORDARE TANGENTOPOLI, con le sue diverse interpretazioni ….

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2052584&codiciTestate=1&sez=giornali

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