il Mediaevo giudiziario

A luglio 2015, dopo i casi Fincanteri, Ilva, Aeroporto Fiumicino (drammatiche interruzioni delle attività a causa di decisioni della magistratura) ci sono stati scambi crudi di opinioni da molte parti. Ad esempio, su Repubblica, una replica del giudice Amendola: http://www.francescomerlo.it/2015/07/10/la-lettera-di-gianfranco-amendola-a-repubblica-e-la-risposta-di-merlo-fiumicino-il-ruolo-della-procura/

Qualche tentativo di riflessione sul Sole-24 ore; cfr. ad esempio  http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-07-18/economia-e-giustizia-bilanciamento-possibile-093339.shtml?uuid=AC0fHkT&p=3

Innanzitutto, per intenderci, una valutazione “esterna” sul caso italiano http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/26/corruzione-cause-lente-falso-in-bilancio-ambasciatore-usa-freno-investitori/1458150/

L’immagine del Medioevo giudiziario è stata usata in Italia in riferimento a concetti come l’indebolimento dell’autorità centrale, la mancanza di certezza del diritto (che per molti è la prima caratteristica dell’età moderna), l’assenza di quel bilanciamento dei poteri che nel periodo successivo al Medioevo è stato salutato come necessità civile fondamentale. L’espressione è stata spesso usata polemicamente, in riferimento all’operato della magistratura, individuando una contrapposizione ideologica tra un sistema di potere fondato sulla supremazia della legge e un sistema fondato su un potere irresponsabile del magistrato. Per un fondamentale riferimento bibliografico, vedi R. D. Kaplan, The Media and Medievalism, in “Policy Review, (2004).

In Italia l’espressione Medioevo giudiziario ha piena cittadinanza a sinistra, usata ad esempio da Pietro Folena quando era responsabile per la giustizia e la sicurezza della Direzione del PDS, per riferirsi ad “un grande collasso della giurisdizione: quella civile e quella amministrativa, quella penale e soprattutto quella minore”. Parole allarmate, ma non dissimili da quelle usate dagli stessi magistrati: nell’aprile 1998 la presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Elena Paciotti, affermò: “la giustizia è alla bancarotta”.

Il problema è indubbiamente di carattere internazionale, ma si presenta in forme diverse in diversi contesti, dalla Corea al Giappone, dalla Francia agli Stati Uniti. In Italia il nostro presunto nuovo Medioevo non riguarderebbe soltanto la giustizia, ma una serie ampia di questioni. Ad esempio, questa immagine è stata usata anche a proposito del sistema fiscale. Si è sostenuto che negli anni della Prima Repubblica sarebbe stata permessa una spesa irresponsabile simile a quella che caratterizzava il potere regale nelle età storiche precedenti la nascita dei parlamenti: un nuovo Medioevo fiscale, dominato in Italia dal partito unico della spesa pubblica (cfr. F. Sidoti, Italy: A Clean-up after the Cold War, in Government and Opposition, 28, 1, 1993).

Secondo molti esiste un nuovo Mediaevo della comunicazione che «rispetto al Medioevo credulone ed oscurantista di una volta, è caratterizzato da una realtà selvaggiamente mediatizzata, dominata dalla congiunzione di ciarlataneria e politica, saltimbanchi e stregonerie, crociate e divinazioni, odio e spettacolo» (Francesco Sidoti, Le verità del terremoto. Lo specchio del diavolo in una modernità disastrata, Libreria Universitaria Benedetti, L’Aquila 2010, p. 33).

Il nostro Mediaevo, rispetto al Medioevo credulone ed oscurantista di una volta, è caratterizzato da una realtà non soltanto capillarmente mediatizzata, ma dominata dalla congiunzione di ciarlataneria e malizia, saltimbanchi e stregonerie, crociate e divinazioni, animosità e spettacolo (nel senso usato molti anni or sono, da Debord, Statera, e vari altri). Nel nostro Mediaevo, viviamo sempre più in una realtà mediata: mediaticamente rappresentata, non una realtà personalmente esperita. Siamo non in un Mediaevo genericamente definito per analogia con il Medioevo di una volta, ma in un periodo storico pieno di suoi particolari buffoni e maghi, incluso lo spettacolo del supplizio, a cominciare dalla gogna mediatica e dalla colonna infame, spesso in versione digitale.

Nella polemica giornalistica il Mediaevo della comunicazione e il Medioevo della giustizia sono spesso richiamati e si sovrappongono sotto tanti profili, come quando si usa l’espressione circo mediatico-giudiziario. La natura frequentemente politica e polemica di questa espressione non diminuisce la rilevanza intellettuale e pratica del problema.

Su questi temi, due riferimenti di Umberto Eco:

http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/societa/2013/06/27/news/la_bella_magia_del_mistero_dai_rosacroce_a_wikileaks-61940462/

http://www.thedandy.it/2010/12/10/umberto-eco-wikileaks/

Un dibattito sul “morbo giustizialista”: Giuliano Amato, Luca Palamara, Giovanni Pellegrino, Eugenio Scalfari: https://www.youtube.com/watch?v=q2qzn1GpP-U&list=PL5F34473CD02AE930&index=4 dove Eugenio Scalfari sintetizza: “insomma, un bordello … vergogne a cui va messo riparo”.

Oltre alle critiche violentemente rivolte ai magistrati, c’è un’azione di governo che faticosamente, tra opposte sponde, tenta di trovare una linea mediana. Vedi, ad esempio, una maniera di valutare questi tentativi:

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/125323/rubriche/mattarella-un-giudice-al-quirinale.htm

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/125880/rubriche/renzi-e-la-non-riforma-della-giustizia-cronaca-di-una-sorte-annunciata.htm

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/125926/rubriche/magistrati-fine-della-supplenza-intervista-ministro-giustizia-orlando.htm

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/125966/rubriche/giustizia-repsonsabilit-civile-magistrati-sullimpunit-dei-giudici.htm

I primi a parlare se non di Mediaevo, almeno di “una grande confusione”, sono stati molti magistrati, di diverso orientamento politico, da Ferdinando Imposimato a Edoardo Mori, da Gaetano Dragotto    http://www.giustiziavera.altervista.org/gaetano_dragotto.html a Clementina Forleo http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&catid=30%3Ainterviste&id=1096%3Aclementina-forleo&Itemid=33

Vedi, inoltre, il punto di vista dell’Associazione Nazionale Magistrati, ad esempio a proposito di “un (falso) mito europeo”. Si raccomanda, ovviamente, tutto il sito dell’Associazione Nazionale Magistrati (oltre che, ancora, ovviamente, il sito delle Camere Penali e in generale i siti istituzionali)

http://www.associazionemagistrati.it/doc/1690/responsabilit-delle-toghe-un-falso-mito-europeo.htm?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_content=anm&utm_campaign=sabelli-pagina-99

Appunti sparsi:

http://www.la7.it/laria-che-tira/video/quando-la-giustizia-appare-ingiusta-22-05-2015-155577

http://www.la7.it/laria-che-tira/video/cassazione-%E2%80%98scomodata%E2%80%99-anche-per-liti-di-vicinato-10-11-2014-140528

http://www.la7.it/laria-che-tira/video/%E2%80%98politica-e-giustizia-ce-n%E2%80%99%C3%A8-abbastanza-per-esser-preoccupati%E2%80%99-03-04-2014-129514

http://www.lanotiziagiornale.it/gli-enti-pubblici-fanno-danni-e-la-giustizia-amministrativa-ci-costa-205-milioni-lanno/

http://www.lanotiziagiornale.it/la-casta-dei-tar-sempre-piu-fortemaxistipendi-e-poltrone-multipleper-i-giudici-che-bloccano-litalia/

http://www.lanotiziagiornale.it/i-guai-delle-toghe-della-valle-giustizia-corporativa-e-politica-schizofrenica/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/scrive-pm-lassoluzione-sbagliate-non-pagate-mai-1097146.html

http://www.ildubbio.news/stories/giustizia/27481_intercettazioni_la_partita_che_i_pm_giocano_e_vincono_da_soli/

http://www.ilfoglio.it/politica/2016/04/15/ministero-agricoltura-tribunale-giudici___1-v-140761-rubriche_c218.htm

http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/07/16/lucia-borsellino-va-fatta-fuori-come-il-padre-il-silenzio-di-crocetta-alle-parole-del-suo-medico-poi-si-autosospende___1-v-130911-rubriche_c112.htm

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2009/10/08/news/consiglio-di-stato-e-di-casta-1.16244

http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/02/16/news/quanto-costa-la-pubblica-amministrazione-ecco-i-nomi-e-gli-stipendi-dei-paperoni-di-stato-1.153347

<<La giustizia è in crisi da almeno 40 anni, e non ci sono soluzioni facili e immediate, ma serve proiettarsi sul lungo periodo per affrontarne i nodi. Che sono, principalmente, l’esorbitante numero di processi (9 milioni) che schiaccia la macchina giudiziaria civile e penale, già compromessa da scarsità di organico. Terrorismo, criminalità organizzata, criminalità economica e contro la pubblica amministrazione sono le emergenze più pressanti, che pur cambiando pelle rimangono uguali a sé stesse. «Il problema è che in Italia delinquere conviene – spiega Davigo -. Si pensi solo all’evasione fiscale: è stravagante che quando si cerca di affrontarla, si incomincia sempre da un provvedimento di condono». La criminalità organizzata e quella economico-finanziaria devono poi fare i conti con un’area grigia che è quella della connivenza, del “concorso esterno”, «che tocca chi garantisce legami con la politica, l’economia, la pubblica amministrazione, rendendo la materia scivolosa». In questo quadro i reati contro la pubblica amministrazione rappresentano il tema più problematico, perché la corruzione è seriale e diffusiva>>. Piercamillo Davigo

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