Sabino Cassese ha scritto analisi della situazione italiana tra le più meditate e condivisibili: partono dallo studio della specificità del caso italiano, dove la distinzione tra lecito e illecito viene spesso «soppiantata – come nel diritto islamico – da più complesse scale di obblighi, per cui un comportamento può essere obbligatorio, raccomandato, permesso, riprovato, vietato»:
http://www.donzelli.it/libro/9788879893787
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-03-23/l-italia-difficile-cassese-082057.shtml
Poche citazioni dagli articoli sui giornali:
<<… Nella sua conferenza Sabino Cassese si è soffermato su vari problemi italiani: «L’endemica situazione di sfiducia in un’amministrazione inetta e in una giustizia arbitraria», che ha portato a una «legislazione derogatoria», con troppe leggi, norme speciali, straordinarie, eccezionali, derogatorie, «che rappresentano altrettante evasioni ed erosioni del diritto codificato, suggerendo sempre nuovi adattamenti a casi specifici». Senza contare l’instabilità degli esecutivi, la natura corporativa dello Stato la «sua incapacità di rendersi autonomo rispetto agli interessi costituiti, quelli economici e quelli elettorali».
Altra questione è l’alto numero degli addetti alla politica, stimato in 1,3 milioni «con alti costi e frequenti casi di corruzione».
Alla fine, conclude Cassese, nel corso della storia italiana si è spesso lamentato che vi fosse troppo Stato e un centro invadente. «Non dovrebbe, invece, dirsi che abbiamo avuto troppo poco Stato, con una costituzione debole, troppo a lungo separato dai suoi cittadini, diviso in due, con un centro precario, senza un proprio corpo, capace di emanciparsi dagli interessi particolari?».>>
5 novembre 2011
Successivamente è stato ancora più preciso: non soltanto c’è un disastro: “stiamo vivendo una guerra … più lunga della seconda guerra mondiale”, come ha detto nell’intervento al II Convegno Roars, 11 marzo 2014. Non soltanto guerra e disastro, ma, per il posto che ha la magistratura nel nostro sistema, si è pagato un “altissimo costo”. Questo costo non è soltanto altissimo, è devastante: “In conclusione nel periodo repubblicano si sono registrate due tendenze opposte: maggiori poteri per i giudici e fuga dalla giustizia. … La magistratura italiana presenta un paradosso: sistema di governo che ne massimizza l’indipendenza e livelli di efficienza inferiori agli standard internazionali, con conseguente basso tasso di fiducia della popolazione nella giustizia e nei magistrati”.
Vedi questo link del 10 novembre 2014:
e questi altri: