Dopo il terremoto, L’Aquila diventa un laboratorio istituzionale e sociale di grande rilevanza. Per molti motivi, ad esempio per il ruolo che la comunicazione ha avuto prima e dopo il terremoto; oppure perché tutti hanno paventato il rischio che nella ricostruzione (già costata miliardi) potesse avvenire qualcosa di simile a quanto avvenuto dopo il terremoto dell’Irpinia (secondo molti ha costituito il momento decisivo per la nascita di una criminalità organizzata di tipo nuovo, che ha messo radici non soltanto in Campania: dalla Campania si è allargata nel Lazio, a Roma e in molte altre aree).
Un esempio di questa specifica rilevanza è la presenza all’Aquila di magistrati di grandissima esperienza, come Ciro Riviezzo (presidente del Tribunale) e di Fausto Cardella (procura della Repubblica).
Questo sito internet nasce dalle attività intraprese nell’Università dell’Aquila, intorno al Corso di laurea in Scienze dell’investigazione, dal 2000 al 2014. Quando il corso di laurea è stato ideato, nel 2000, si trattava di un’esperienza unica, tanto è vero che sul Corriere della sera fu subito scritto: <<…questo corso, appena inaugurato, risulta l’unico in Italia e uno tra quelli più all’avanguardia a livello internazionale>>! https://sites.google.com/site/francescosidoti2010/our-company/rassegna-stampa/corriere-della-sera
Vogliamo continuare questa esperienza, che è stata e vuole continuare ad essere un contributo alla crescita civile, democratica, accademica.
Il terremoto dell’Aquila è stato anche una tragedia dell’ignoranza e dell’irresponsabilità. In una città terremotata e in una modernità disastrata, questo gruppo di lavoro difende alcune idee preminenti in tema di legalità, a livello italiano e internazionale. In particolare, la magistratura e le forze dell’ordine debbono essere sostenute, come le alleanze dell’Italia in un mondo globalizzato, denso di opportunità e di incognite, dunque sottoposto a tensioni che debbono essere risolte in maniera pacifica e ragionata. Un sostegno non acritico, ma con una forte componente di gratitudine: grazie a tanti appartenenti alla magistratura e alle forze dell’ordine, l’Italia non può essere considerata il paese della mafia, ma dell’Antimafia, di Mani Pulite, di eroi civili come Falcone e Borsellino, come Umberto Ambrosoli e Fulvio Croce. È possibile essere “costruttivi” e riconoscere i momenti positivi dell’italianità, pur senza dimenticare i problemi enormi esistenti, dall’evasione fiscale alla corruzione. Vanno compresi, non demonizzati.
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/terremoti_italia_forti_amatrice_ingv-1931964.html