NEWS

A differenza di tutte le epoche precedenti, ormai conosciamo il mondo principalmente attraverso quanto leggiamo, vediamo, ascoltiamo nei media.  Ma come difendersi dalla disinformazione e dalla manipolazione, come difendersi dalle tante cose inutili, fuorvianti, pericolose che esistono sui media?

All’Aquila c’è stato un corso “internazionale”: tra i tanti, hanno visitato l’Aquila: Mary Gibson (la più affermata studiosa di Lombroso), James B. Jacobs (il maggiore studioso americano di Cosa Nostra). Ancora oggi gli interlocutori sono persone come Emilio Viano, presidente dell’associazione mondiale dei criminologi. Il New York Times (comunemente ritenuto il più grande giornale del mondo) ha intervistato Francesco Sidoti tante volte e su temi particolarmente rilevanti, come il caso milanese di rendition che ha prodotto una conseguenza assai particolare: la prima condanna giudiziaria di agenti della CIA in un paese alleato degli Stati Uniti https://sites.google.com/site/francescosidoti2010/our-company/rassegna-stampa/new-york-times.

Nell’ambito di questa dimensione internazionale, ad esempio, nel novembre 2012 abbiamo proposto una commemorazione a Varsavia di Giovanni Falcone. Se ne è parlato molto. Perché su Giovanni Falcone sono state proposte innumerevoli celebrazioni. Per la prima volta la sua dimensione internazionale è stata discussa in maniera non celebrativa, ma argomentata e ragionata.

 http://www.lavocedinewyork.com/PRIMO-PIANO-Un-eroe-a-Varsavia/d/1153/

Insieme a docenti che ne sapevano qualcosa (come Domenico Giani, capo della Gendarmeria vaticana), all’Aquila negli anni si è parlato molto di intelligence e sicurezza, spionaggio e controspionaggio – anche in riferimento a contesti, come la Santa Sede che sono stati sconvolti da fatti noti e che hanno poi portato all’elezione di Papa Francesco: un miracolo mediatico.

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vaticano-datagate-29162/

Scrive il professor Jay Rosen che l’obiettività non esiste. http://www.nytimes.com/2013/10/28/opinion/a-conversation-in-lieu-of-a-column.html?_r=0

Dunque occorre dare per scontati i problemi relativi alla mancanza di obiettività (a volte consapevole, molto spesso inconsapevole) . Sui temi criminologici, gli argomenti di discussione e controversia sono innumerevoli. Alcuni sono documentati nella colonna delle news. A cominciare dalla cosiddetta  Trattativa, definita da alcuni come “una subdola campagna di allusioni e sottintesi”, condotta attraverso “balle mediatiche propinate per anni”. E’ possibile rivedere nelle nostre News temi assai diversi, dalla comunicazione sui finanziamenti alla comunicazione sulla sessualità, sui rifiuti, sulla morte.  Per temi molto noti sono date tracce interpretative diverse (ad esempio, i marò). Sono state date tracce anche su  temi molto importanti ma molto sottaciuti. Ad esempio, c’è un “partito della polizia” e non se ne deve parlare?

Alcuni temi dimenticati possono rivivere nella memoria. Ad esempio, a che punto sono i processi di Bertolaso? Per la Maddalena, deve rimborsare 26 milioni? Eccetera. La questione criminale domina l’informazione, dalla Gabanelli a Travaglio, da Crozza a Casaleggio, dai talk show ai giornali. C’è il giornalismo investigativo, ma ci sono guerra e guerriglia nella comunicazione. E ci sono protagonisti pubblici giganteschi, dagli Stati Uniti alla Russia, fino alla Cina, con la sua crescita gigantesca. Ci sono anche protagonisti meno pubblici, ma non meno ingombranti!

Su tutto questo immenso scenario, ognuno di noi ha una minima conoscenza di prima mano. Osiamo pretendere che a LITICOMM la conoscenza non è superficiale e non è un sentito dire. Quando abbiamo dato la notizia che Raffaele Sollecito era stato intervistato dalla CNN a Roma, qualcuno di LITICOMM era presente negli studi romani nei quali veniva svolta l’intervista, seguendo le varie fasi. Quando si parla di Trattativa, qualcuno di LITICOMM era presente nella Commissione parlamentare antimafia del 1993. Quando si parla di scenari internazionali, qualcuno di LITICOMM era presente nelle stanze del più famoso think thank del mondo: la Brookings Institution.

Nel nostro sito, la rassegna stampa delle news comincia con il 2009, perché in quell’anno una piccola e forse sonnacchiosa città d’arte italiana è sconvolta da un terremoto del quale parlerà in breve mezzo mondo: la fame globale di argomenti mediaticamente rilevanti si esprime al massimo in casi di sventure e disastri.

Per il 2009 abbiamo messo in rilievo che all’Aquila si è svolta un’immensa battaglia mediatica sui temi del berlusconismo, nel campo nazionale e in quello internazionale. Una battaglia perduta: all’Aquila c’è il culmine del consenso al berlusconismo e l’inizio della sua fine: il terremoto segna il culmine della forza mediatica del berlusconismo, con il massimo del consenso nazionale a Berlusconi e a Bertolaso. Poi comincia lo stillicidio: Noemi Letizia, la Daddario,  Tarantini, eccetera. Nel G8 dell’Aquila il berlusconismo sembra riprendersi, ma è soltanto un megafono e uno scenario ancora più vasto. Delle avventure di Silvio Berlusconi e del bunga bunga comincerà a parlare veramente tutto il mondo. Un fenomeno nato mediaticamente, perisce mediaticamente. Cominciano i processi: è stata litigation communication al quadrato, al cubo, all’ennesima potenza.

Comments are closed.